Discriminazione di genere: come riconoscerla, anche quando è sottile

Cos’è davvero la discriminazione di genere?

La discriminazione di genere si verifica quando una persona viene trattata in modo ingiusto o svantaggioso a causa del proprio sesso o identità di genere. Può colpire chiunque, ma colpisce in modo sproporzionato le donne, in ambito lavorativo, sociale, familiare e culturale. Spesso si presenta in forme sottili, normalizzate, difficili da riconoscere — ma i suoi effetti sono reali e profondi.

I segnali più comuni

Riconoscere la discriminazione di genere è il primo passo per contrastarla. Ecco alcuni segnali tipici:

1. Sottovalutazione delle competenze

Le donne vengono spesso interrotte, ignorate o sminuite durante riunioni o conversazioni professionali. I loro suggerimenti vengono presi in considerazione solo quando ripetuti da un uomo.

2. Stipendi più bassi a parità di ruolo

Il famoso gender pay gap è una delle forme più evidenti: a parità di posizione e competenze, le donne vengono retribuite meno degli uomini. Anche in Italia, il divario retributivo persiste in molti settori.

3. Domande inappropriate nei colloqui

“Ha intenzione di avere figli?”, “Come gestirebbe la casa con questo tipo di orari?”. Domande simili, non rivolte agli uomini, rientrano nelle pratiche discriminatorie.

4. Esclusione da ruoli di leadership

Nonostante le competenze, le donne vengono meno spesso promosse o candidate per ruoli di responsabilità, soprattutto in ambiti tecnici o ad alta esposizione.

5. Commenti sessisti o sessualizzanti

Battute sul corpo, sull’abbigliamento, sull’aspetto, anche se mascherate da ironia o “complimenti”, sono comportamenti tossici e inaccettabili, spesso tollerati nel contesto sociale o aziendale.

6. Doppio standard comportamentale

Un uomo è “determinato”, una donna è “aggressiva”. Lui è “ambizioso”, lei “arrivista”. Le donne vengono giudicate più severamente per atteggiamenti che negli uomini vengono premiati.

Discriminazione strutturale: quando il problema è nel sistema

Oltre ai casi individuali, la discriminazione può essere sistemica, ovvero incorporata nelle regole, nelle politiche e nelle abitudini sociali. Esempi comuni:

  • Orari di lavoro non compatibili con la genitorialità
  • Scarsa presenza femminile nei libri di testo scolastici
  • Norme che penalizzano l’accesso a fondi o ruoli istituzionali
  • Poche donne nei media, nei panel pubblici, nei vertici politici

Come reagire?

Informarsi e prendere coscienza

Sapere cos’è la discriminazione è il primo passo. Leggi, ascolta storie, confrontati. La consapevolezza è potere.

Parlare (quando si può)

Se ti senti sicura, prova a esprimere il tuo disagio. Spesso chi discrimina lo fa in modo inconsapevole e può cambiare atteggiamento se messo di fronte al problema.

Cercare alleati e alleate

Non affrontare tutto da sola. Parlane con colleghe, responsabili HR, gruppi di supporto o reti femminili. L’unione dà voce.

Denunciare se necessario

Se la discriminazione è grave o reiterata, documenta gli episodi e valuta una segnalazione formale. In Italia, puoi rivolgerti alle Consigliere di Parità o a centri antidiscriminazione riconosciuti.